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Cambiamo Stampa Romana per includere il nuovo giornalismo

di Antonio Moscatello portavoce di Infofuturo

Il sindacato deve fare una scelta: vuole restare un club esclusivo legato alle redazioni, sempre più ristrette nei numeri e legate a un modello produttivo che non è più unico, o vuole aprirsi al mondo dei giornalismi altri?

Stampa romana, che da tempo si è aperta a molteplici modi d’intendere il lavoro del giornalista e ha esplorato il mondo del digitale vedendolo non solo come una minaccia ma anche come un’opportunità, sa essere accogliente e deve esserlo sempre di più.

Per questo motivo Informazione@Futuro propone al Congresso Asr una riforma statutaria che apre le porte a una partecipazione di quegli operatori dell’informazione che non rientrano nel modello classico del giornalista iscritto all’Ordine (nell’attesa che anche l’Ordine si accorga che esiste un mondo fuori dalla finestra).

Lo deve fare con dei vincoli, con la dovuta prudenza, ma lo deve fare. Perché giornalismo è anche fare i conti con la verità, con i fatti reali. E che videomaker, web editor, AI editor, data journalist, podcaster possano essere considerati anche operatori dell’informazione è un fatto. E se l’Ordine ancora non riesce a intercettare l’innovazione, a definirla, non è detto che anche il sindacato debba restare nel secolo scorso.

Questo vale anche per il sindacato nazionale. L’esito del congresso FNSI non dà molte speranze: un sindacato conservatore, ermetico al futuro e ai nuovi giornalismi, che rischia di diventare sempre meno rilevante. L’ASR, in questo senso, può e deve tracciare la nuova strada, come ha già fatto in questi anni.

L’emendamento allo Statuto che Informazione@Futuro presenta non costituisce un salto nel vuoto, né una fuga in avanti. Apre le porte a nuove figure, che però potranno entrare nell’Associazione previa una valutazione effettuata da una commissione (costituita da due rappresentanti dei giornalisti professionali e da un rappresentante dei giornalisti collaboratori e verrà nominato dal Consiglio direttivo) e dovrà giudicare in base a criteri disciplinati da un regolamento. Nello stesso tempo, però, rappresenta un’innovazione destinata a cambiare radicalmente il volto all’ASR, in senso progressivo.

Accettare la sfida è un dovere.

Antonio Moscatello:
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