Se la sorte delle agenzie di stampa finisce in tribunale

agenzie-stampa

Dallo Specialista.tv di Gianluca Vacchio

 

Askanews: una settantina di articoli 1 (giornalisti assunti a tempo indeterminato con Cnlg) e cigs con durata da definire al 50%; Ansa, circa 300 articoli 1, in estate conclusa solidarietà e ora piano di 60 prepensionamenti da chiudere entro il 2018; Radiocor, solidarietà terminata a febbraio scorso, una cinquantina di art.1, dodici colleghi usciti in questa crisi, e un’agenzia “battuta” al miglior offerente (con il fiocco della newco Newswire Srl); Il Velino, 20 art. 1 in cigs al 70% fino a dicembre 2018 (prima della crisi erano 33 art. 1), anche qui confezionati in una nuova scatola (S2editori Srl) e senza stipendi da due mesi; Omniroma sull’orlo dell’amministrazione controllata; AdnKronos e Agi – rispettivamente una novantina e una settantina di art. 1 – per ora solo accarezzate da venti di crisi ma soprattutto l’agenzia di Giuseppe Marra guarda con apprensione al Tar; la Dire, una settantina di art. 1 (ne contava 80 in Ati con Mf-Dow Jones) e per fortuna nessun ammortizzatore. Così come tutto “tranquillo”, per un annetto, anche a La Presse una quarantina di art. 1 e 9Colonne, 12-13 articoli 1.

È bastata un veloce giro di telefonate con i colleghi per far luce sul “Risiko” delle agenzie di stampa innescato dal bando europeo fortemente voluto dal sottosegretario Luca Lotti. Un “Risiko” che sta lasciando sul campo (tra contratti di solidarietà, cigs, disoccupazione, esuberi, prepensionamenti e mancato pagamenti degli stipendi) decine di morti e feriti. Tutti professionisti, da sempre curiosamente ai minimi tabellari del contratto di lavoro e ai quali la Fieg ora vuole togliere anche l’indennità d’agenzia. Sì, perché l’informazione primaria, sulla quale si fonda il sistema dell’informazione in questo Paese, è sempre stata relegata su un gradino più basso. D’altronde quale sottosegretario avrebbe potuto intervenire con la clava, prima con una direttiva e poi con un bando, sui big della tv o della carta stampata… Il tutto in un mondo in cui i piani editoriali sono diventati una merce rara e si assegnano i compiti (e i contratti) in base al numero dei lanci! E a un anno di distanza dal varo della gara europea (aprile 2017), ancora non è chiaro come si concluderà questa estenuante partita.

Una tappa importante sarà il 29 maggio. È fissata, infatti, presso il Tar del Lazio l’udienza per discutere il ricorso del raggruppamento temporaneo di imprese Dire- Mf-Dow Jones contro l’aggiudicazione da parte del Dipartimento per l’editoria del lotto n. 1 (il 22 marzo scorso) all’AdnKronos per un importo semestrale di euro 3.828.003,30 iva esclusa. L’agenzia di Marra, dunque, non ha ancora potuto firmare il contratto. Contratti che molte delle altre agenzie hanno firmato, ma solo fino a marzo del 2019. Solo con l’assegnazione definitiva del lotto 1 si potrà chiudere il cerchio. Forse, perché altri ricorsi pendono e penderanno…

Questo “Sudoku”, naturalmente, Fnsi, Stampa Romana e i cdr delle agenzie lo avevano già immaginato quando Lotti annunciò l’intenzione di indire una gara europea per l’assegnazione dei fondi per le agenzie. Un unicum nel panorama del Vecchio Continente. Certo, è innegabile che il settore andasse regolamentato meglio: anche l’Italia è un unicum con una dozzina di agenzie… Ma questo non voleva dire raderlo al suolo… E a suggerire in queste settimane una riforma che metta a sistema il comparto delle agenzie di stampa, dando stabilità e certezze, sono proprio i giornalisti. Lunedì 7 maggio una delegazione di Stampa Romana, guidata dal segretario Lazzaro Pappagallo e composta dai membri dei comitati di redazione delle agenzie, ha incontrato i vertici della Fnsi, guidati dal segretario Raffaele Lorusso. Sono stati illustrati i punti qualificanti della legge di sistema (Proposta di Legge per le agenzie di stampa) e Lorusso ha assicurato il sostegno all’iniziativa. “Nel testo ci sono parecchi spunti interessanti – ha spiegato il Segretario Fnsi – a partire dal concetto di agenzia d’informazione giornalistica di utilità pubblica”. Il punto interrogativo, naturalmente, al momento è la mancanza di interlocutori parlamentari e governativi. Il riconoscimento dell’utilità pubblica del lavoro delle agenzie di stampa, tuttavia, non può essere un automatismo. Deve necessariamente basarsi sul rispetto da parte delle aziende di parametri precisi: occupazione stabile e contrattualizzata in maniera corretta, assetti proprietari trasparenti e qualità del prodotto.

La Proposta di Legge per le agenzie di stampa elaborata da Stampa Romana, con il fattivo contributo dei Cdr e l’approvazione unanime del Direttivo dell’Associazione, vuole fornire un contributo ai decisori politici affinché possano affrontare il tema avendo presente quali sono le esigenze del settore: certezza delle convenzioni, un introito vitale per aziende che hanno accesso molto limitato al mercato pubblicitario; interlocuzione con alti livelli istituzionali per definire le esigenze dell’amministrazione sulla base di criteri oggettivi, in maniera che l’autonomia delle testate giornalistiche sia sempre tutelata; indipendenza e trasparenza della proprietà, in modo che il diritto dei cittadini a un’informazione imparziale sia sempre una priorità assoluta; tutela dell’occupazione per un comparto che occupa circa 800 giornalisti contrattualizzati ex articolo 1 e centinaia di collaboratori.

Così, al netto di altri ricorsi e impugnazioni, se il 29 maggio il Tar dovesse rispondere picche alla Dire dovrebbe concludersi il “Risiko” delle agenzie di stampa.

Lotto 1: base d’asta 28.128.000 di euro in 36 mesi, aggiudicato all’AdnKronos.

Lotto 2: base d’asta 28.128.000 di euro in 36 mesi, aggiudicato all’Ansa

Lotto 3: base d’asta 18.816.000 euro in 36 mesi. Aggiudicato all’Agi in Ati con Italpress e in avvalimento con Public Policy.

Lotto 4: base d’asta 18.144.000 di euro in 36 mesi. Aggiudicato ad Askanews.

Lotto 5: base d’asta 7.872.000 euro in 36 mesi, aggiudicato alla Dire.

Lotto 6 : base d’asta 7.104.000 in 36 mesi, aggiudicato a LaPresse.

Lotto 7: base d’asta 4.410.000 in 36 mesi, aggiudicato a Radiocor.

Lotto 8: base d’asta 990.000 in 36 mesi, aggiudicato a 9Colonne.

Lotto 9: base d’asta 720.000 in 36 mesi, aggiudicato a Nova.

Lotto 10: base d’asta 666.000 in 36 mesi, aggiudicato a Vista.

Agv/Il Velino e Mf Down Jones fuori dalla “partita”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *