di Lazzaro Pappagallo, Giunta Fnsi
C’è sempre una prima volta ed era solo questione di tempo.
Dopo aver fatto shopping e accordi con grandi editori come la società che edita il Wall Street Journal o il gruppo Springer, altro gigante, o Le Monde, OpenAi, la società che ha lanciato ChatGPT, entra nell’editoria italiana dalla porta principale.
Il Corriere della Sera, Cairo, ha annunciato l’avvio delle danze.Se i termini economici dell’accordo restano ignoti lo stesso Corriere lo definisce “storico”. La partenza è affidata all’assistente virtuale sulla app “L’Economia”.
Prima di valutarne il peso specifico in termini sindacali è necessario descrivere il raggio dell’accordo, sempre interpretando la nota del Corriere.
LETTORE PROFILATO….
Lo scopo è indicato nelle prime righe: “Migliorare le interazioni con il pubblico puntando su contenuti mirati e di qualità”. Si spinge ancora di più su quei contenuti individuali e sagomati che sembrano rappresentare il mantra del giornalismo digitale contemporaneo, perdendo di vista il quadro d’insieme. Lo strumento è un “assistente virtuale”.
Questo assistente virtuale è l‘evoluzione di quei Bot che spuntano come funghi ovunque in termini di assistenza dell’utente con risultati alterni. Ma il novello Caronte farà, ed ecco la traccia principale, da sintesi ai principali articoli del giorno. Quel giornalismo liofilizzato rapido dal passo del tweet che ancora una volta sembra caratterizzare la contemporaneità.Infine la piattaforma prenderà la forma di “Chiedi all’esperto” per ottenere risposte a quesiti fiscali e giuridici e offrire consulenze personalizzate. Si accenna a funzioni simili per le Guide, gli Ebook e la sezione “Per te”.
Tutti contenuti non strettamente giornalistici, quelle utilities tanto care ad allargare il raggio d’azione del giornale e che è stato definito il “centro servizi del Corriere”. Queste ultime applicazioni di un simil ChatGPT tendono forse a rassicurare i giornalisti.
I loro contenuti non saranno sostituiti perché le risposte dell’intelligenza artificiale per ora riguarderanno contenuti che non hanno nulla a che fare con la cronaca e il campo. Inoltre si sceglie come palestra di riscaldamento l’Economia, settore già privilegiato con i risultati sportivi per l’uso a livello nazionale e internazionale delle intelligenze artificiali.
….SINDACATO GABBATO
Se il lettore avrà qualche arma in più per mettere in ordine il catalogo Corriere sappiamo che questa prima volta “storica” arriva senza che il sindacato sia stato informato.Mentre l’assemblea discuteva e approvava il Premio di Risultato, segno di un buon lavoro anche sindacale oltre che dei bilanci del Corriere, è arrivata questa nota informativa.
L’arrivo delle intelligenze artificiali in una redazione come quella del Corriere non è proprio una notizia di straforo, di quelle che si danno alla fine degli incontri con i Comitati di redazione.Significa aprire una nuova stagione. Ancora più nuova perché il partner scelto è un peso supermassimo.Ma appunto non può essere l’arrivo di OpenAI una notizia tra tante.
E’ fondamentale che colleghe e colleghi conoscano i termini dell’accordo, sappiano come il loro lavoro addestrerà le macchine, che tipo di accesso OpenAI avrà sull’archivio e se le sintesi sostituiranno il lavoro del desk o se la macchina sarà solo un supporto con il controllo totalmente nelle mani delle redazioni. Va attivato lo schema e il dialogo tra le parti previsto dall’articolo 42 del Contratto attuale, un argine contro le fughe in avanti o la politica dei fatti compiuti degli editori.
Il direttore del Corriere Fontana tra l’altro ha partecipato ad una iniziativa con altri direttori organizzata dalla Fnsi dedicata proprio all’arrivo della machine learning nelle redazioni e il suo approccio era di cauta apertura ma non certamente di esclusione del corpo redazionale dai ragionamenti e dalle applicazioni del suo arrivo.Cairo e i suoi dirigenti sanno perfettamente che il tema dell’intelligenza artificiale è uno dei tavoli del confronto per il rinnovo contrattuale.
Ci sembra invece curioso e piuttosto irrituale che non si attenda quella sede di discussione per partire invece oggi senza troppi lacci e lacciuoli, pur nel contesto che abbiamo descritto.Le redazioni, tutte le redazioni si trovano ad un ulteriore punto di torsione dei loro contenuti. E gli ultimi venti anni più che da innovazioni di processo e prodotto sono state contrassegnate da esuberi e prepensionamenti. Al giornalismo di qualità ormai uno slogan logoro preferiamo anteporre un giornalismo di testimonianza, di relazione, di osservazione e di denuncia.
Ed il presupposto è che il giornalismo resti profondamente e saldamente umano. E che magari questi strumenti necessari siano prodotti, organizzati, sistemati e applicati partendo dalle esigenze e dalle competenze della redazione. La sovranità, senza delegare alle big tech, anche in termine di ingegneria giornalistica per noi resta centrale in un mondo perfetto.
Per ora però chiediamo che oggi si riporti tutto nel confronto azienda sindacato.
NdR: Come mai di tutte le applicazioni possibili dell’intelligenza artificiale i nostri editori non propongano la cosa più semplice: la traduzione di articoli e siti in inglese(e non solo)? La cosa più semplice ed immediata anche per trovare lettori, mercato e pubblicità di cui c’è tanto bisogno.
Eppure…..