Dall’Ordine dei giornalisti la richiesta del pieno riconoscimento degli uffici stampa

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Uffici stampa pubblici composti obbligatoriamente da giornalisti, uniformità e trasparenza nelle selezioni, riconoscimento della rappresentanza con l’Aran. Il Consiglio Nazionale dell’Ordine ha battuto un colpo su uno dei settori dinamici della professione, ma che al momento è una sorta di giungla senza regole. Nel comparto pubblico la legge 150 fa acqua da tutte le parti, non prevedendo l’obbligo di utilizzo dei giornalisti. Nel settore privato il digital marketing spesso si incrocia con l’attività giornalistica degli uffici stampa. Ed anche qui i giornalisti possono portare il valore aggiunto della deontologia e della qualità. Morale della favola: gli uffici stampa non sono più la cenerentola della professione, ma uno dei pochi settori che “si muove” mentre l’editoria tradizionale annaspa. C’è tanto da fare anche per le “media relations”: sui contratti, sulla formazione, sulla definizione del perimetro di attività, sulle tutele che non ci sono. In tanto un passo è stato compiuto nel tracciare una direzione di marcia che guardi al futuro, al giornalismo che sta già arrivando e al rinnovamento necessario per tutta la categoria.

Qui di seguito il comunicato del CNOG dell’8 maggio:

Attività Consiglio
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, riunito oggi a Roma, ribadisce la centralità del ruolo dei giornalisti nelle attività di relazione con il sistema dei media nella pubblica amministrazione. Gli uffici stampa nella PA svolgono un ruolo fondamentale per la trasparenza al fine del buon funzionamento degli enti pubblici, adoperandosi per garantire una corretta informazione nell’interesse dei cittadini.
Allo stato attuale vi è una grave carenza sul piano della rappresentatività per i giornalisti che svolgono questa delicata funzione. La Costituzione italiana garantisce il diritto alla rappresentanza sindacale, cosa che invece viene negata alla categoria nel settore degli uffici stampa pubblici.
L’ARAN (agenzia per la contrattazione nella P.A.) riconosce solo le rappresentanze sindacali con almeno il 5% nel comparto. Tale soglia esclude il confronto con la categoria dei giornalisti. E’ inaccettabile.
Il CNOG si impegna a mettere in campo tutte le azioni necessarie, compresa quella della verifica di legittimità Costituzionale, al fine di rivedere le norme che impediscono alle rappresentanze dei giornalisti di svolgere il loro ruolo in sede di contrattazione.
Il CNOG ritiene necessario rivedere al più il presto la normativa sugli uffici stampa nella P.A. La legge 150/2000, nata con i migliori intenti, è del tutto inadeguata alla nuova realtà. Occorre ribadire che gli uffici stampa pubblici siano composti e gestiti in maniera ineludibile obbligatoriamente da giornalisti con il relativo riconoscimento contrattuale; che le procedure di selezione siano uniformi e trasparenti sull’intero territorio nazionale e riguardino tutti gli enti pubblici. Per questo occorre una rapida revisione della legge 150 che tenga conto delle gravi, numerose criticità e problematiche riscontrate nella sua applicazione.

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