Rai: Niente di nuovo sul fronte occidentale

di Francesca altieri, portavoce Informazione@futuro per la Rai

 

Chi giurava che l’emergenza covid-19  cambiasse molte cose in questo Paese, sia in positivo sia in negativo, probabilmente verrà contraddetto dai fatti. Almeno partendo dalla Rai, che pure riveste un ruolo strategico in questo Paese: Servizio Pubblico, quindi al Servizio del Pubblico.  Proprio non potevano farne a meno: e così si annuncia un nuovo giro di nomine. C’era chi scalpitava da mesi per avere una Direzione, chi da mesi faceva il giro delle quattro chiese per mantenerne una. Chi si adoperava per ottenere un ruolo superiore… E tutto questo mentre i nostri Tg recitavano all’unisono il bollettino quotidiano dei morti, dei contagiati, dei ricoverati in terapia intensiva, dei malati ai domiciliari…

Tutto questo mentre nostri colleghi venivano contagiati, rischiando la vita nelle zone “rosse”. E lo stesso nostro modo di lavorare e informare veniva rivoluzionato: smart working, contatti e interviste via skipe, mascherine, sanificazioni e misurazioni della temperatura quando si entra in redazione. No, non è bastato: neppure questo cataclisma ha potuto fermare la febbrile ambizione di chi in qualche modo un potere lo detiene,  ad esso ambisce o comunque vuole mantenerlo.

E i partiti certo non si sono sottratti. Anzi! Hanno rivendicato e imposto il loro ruolo. La roulette gira ma la pallina cade sempre nello stesso punto. Quello della lottizzazione. Roba vecchia, vecchia di decenni, che speravamo almeno la pandemia fosse in grado di spazzare fuori da Saxa Rubra.  Assieme all’ingerenza dei partiti, che sono quelli che in Rai dettano e hanno sempre dettato le nomine. Nonostante i proclami di un sindacato interno che all’esterno grida “Fuori i partiti dalla Rai” ma dentro si arma solo per tutelare i suoi protetti, per far avanzare i nuovi e vecchi adepti, nel gioco consueto delle caselle da riempire e svuotare.

Niente di nuovo. Il nuovo evidentemente è altrove.

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