Di Mario Antolini – Fiduciario Casagit
Tra i tanti temi sui quali i candidati di INSIEME PER CASAGIT si impegnano ad intervenire fattivamente – e che sono indicati nel loro programma – quello del servizio tecnico che Casagit offre agli iscritti sul territorio può apparire un problema minore, forse anche marginale. Ma non può, né deve essere così per chi riveste il ruolo di Fiduciario nel Lazio. L’impegno, qui, viaggia su due piani.
Il primo è continuare a garantire agli iscritti, anzi ove possibile migliorare, un buon supporto nel disbrigo delle pratiche. Sto parlando della raccolta delle richieste di rimborso preso gli uffici della Consulta in piazza della Torretta (dove operano impiegate di sicura professionalità) o tramite le cassette postali dislocate in alcune sedi: in Rai a Saxa Rubra, all’Ansa o alla Camera dei Deputati, per esempio; ma anche al servizio attivato un anno fa con la cassetta al Poliambulatorio di piazza Apollodoro, zona di più facile accesso rispetto al centro storico e dove i colleghi consegnano una media di 500/600 pratiche al mese, segno più che evidente della sua grande utilità. E’ questo un aspetto del servizio che deve essere mantenuto, anzi semmai migliorato, così come deve essere mantenuta la prassi della valutazione in Consulta dei preventivi di spesa sanitaria o la ricerca della struttura convenzionata più adeguata alla necessità sanitaria contingente, come quella della comunicazione periodica del Fiduciario ai soci con le note tecniche sulla vita associativa in Casagit.
Ma c’è un secondo aspetto di cui sarà bene occuparsi con attenzione: quello della comunicazione formale della Cassa ai soci. Prestampati, modulistica e in generale le lettere inviate ai soci sono troppo spesso formulate in un linguaggio di difficile comprensione (almeno per i non addetti ai lavori), burocratico e talvolta oscuro. Un solo esempio: ha senso informare il socio che, siccome c’è stata una modifica regolamentare, i suoi rimborsi non avranno più il trattamento precedente, cioè non saranno più gli stessi, senza però dirgli chiaramente e semplicemente che cosa in pratica è cambiato? Così il socio è costretto a chiedere lumi, investendo della questione gli uffici o il Fiduciario, con un surplus di lavoro per la struttura che potrebbe essere evitato dall’uso di un linguaggio più chiaro e diretto.
Insomma, l’obiettivo deve essere quello di rendere il colloquio con Casagit sempre più semplice, sempre più chiaro e – perché no – anche sempre più comodo.