Raisport: le regole vincono sempre. Riconosciute le buone ragioni di Stampa Romana

di Lazzaro Pappagallo, Giunta Fnsi e Direttivo Stampa Romana

  • Colantoni
  • Pietroiusti
  • Severini


Indichiamo, in rigoroso ordine alfabetico, i tre colleghi scelti come cdr dalla redazione romana di Raisport, una redazione composta da 90 giornaliste e giornalisti.E’ l’esito dell’urna elettorale. Un esito sigillato in cassaforte quattordici mesi fa e oggi finalmente consacrato dallo spoglio e dal riconoscimento del comitato di redazione in base alle tutele e alle protezioni previste dall’articolo 34 del Contratto nazionale di lavoro.
Una vicenda che ha visto su posizioni nettamente contrapposte Stampa Romana e Usigrai con la chiara vittoria dell’Associazione regionale di stampa. Una vicenda che non avremmo mai voluto aprire.

QUATTORDICI MESI FA

Alla fine di luglio 2022 i colleghi di Raisport ci informano che a urne aperte, nel terzo giorno di votazione sui quattro previsti, arriva un curioso parere dei Garanti Usigrai nel quale si ritiene non valida la consultazione perché non sarebbe stata prevista un’urna separata per l’unico articolo 2 della redazione, la collega Paola Ferrari, candidata anche al comitato di redazione.
La Commissione elettorale ne prende atto, sceglie correttamente di far concludere il voto ma decide SCORRETTAMENTE di spedire l’urna in cassaforte in attesa di tempi migliori e di un accordo tra Stampa romana e Usigrai. Una decisione irrituale che ha immediatamente spaccato la Commissione elettorale. Tre a favore di questa scelta, due contrari, i colleghi Paganini e Valente che da quel momento in poi hanno sempre agito in linea con le regole generali del sistema e con il ruolo generale delle Commissioni elettorali.

Le regole di Stampa Romana sui comitati di redazione sono chiarissime: tutti gli assunti a tempo indeterminato hanno diritto attivo e passivo di voto. Non c’è alcuna distinzione tra articoli 1,2,12, 35, e 36. Esattamente sulla linea del regolamento cdr Fnsi (articolo 3). E quando si vota per una redazione centrale romana e solo per quella valgono le regole dell’Associazione.
In questa chiave tempestivamente abbiamo fatto arrivare alla Commissione elettorale in rapida successione un parere del segretario, un parere di uno dei legali di Stampa romana, un parere unanime dei Probiviri di Stampa Romana (in cui sono rappresentati anche esponenti di Controcorrente, la minoranza di Stampa Romana e la maggioranza in Usigrai).

Dalla commissione elettorale non solo non arrivò alcuna risposta ma prima fu vergato un altro parere molto curioso dei garanti Usigrai prima con la firma del direttore della Fnsi Daquanno, firma e paternità poi ritirata dallo stesso direttore qualche giorno dopo,che confermava il primo intervento e poi la commissione elettorale iniziò a proporre soluzioni alla redazione per sbrogliare la matassa (per la serie eleggiamo un cdr 3+1 dove 1 era l’articolo 2). In pratica la commissione elettorale assumeva su di sé un compito totalmente al di fuori delle regole. 
A quel punto decidemmo al centesimo giorno di mancato scrutinio di far conoscere pubblicamente la vicenda. Anche i colleghi delle altre testate dovevano conoscere quanto di scandaloso si stava verificando all’interno di Raisport.

Dopo un mese fu convocata un’assemblea sul tema sulla quale torneremo a breve. Ma questa situazione di paralisi è andata avanti per altri 300 giorni nei quali come Associazione abbiamo chiesto l’intervento dei probiviri di Stampa Romana. Dopo alcuni mesi gli stessi probiviri di fronte al rifiuto sostanziale di comparire da parte dei tre membri della commissione elettorale su cinque che avevano scelto di congelare l’urna hanno investito della questione i probiviri nazionali. 
E i probiviri della Fnsi con un solo voto contrario (il collega abruzzese) hanno dato ragione a Stampa Romana. La decisione ha sbloccato la paralisi e oggi finalmente habemus cdr.

LA DECISIONE DEI PROBIVIRI

Sono almeno tre i passaggi della decisione interessanti non solo per i colleghi di Raisport ma per tutta la comunità sindacale.
I garanti Usigrai sono intervenuti sulla base di uno statuto e di un regolamento del 2009. I probiviri scrivono che il regolamento Usigrai è legittimo e vigente “ma non in armonia con il regolamento della Fnsi” per l’elezione del cdr, peraltro richiamato dallo stesso statuto Usigrai.

Quindi il regolamento Usigrai, gruppo di base della Federazione, deve essere modificato perchè contrasta le norme federali.
Inoltre “confinare il diritto attivo e passivo di un articolo 2 ad un’urna separata, oltre a ledere la privacy del diretto interessato….., contraddice l’esplicito profilo di autorevolezza raccomandato per i fiduciari e i Cdr, essendo pacifico che chi si elegge da solo non è autorevole”.
Infine i probiviri Fnsi invitano Usigrai a riformare il regolamento in merito a questa specifica questione e questo perché “le associazioni di stampa sono le organizzazioni sindacali unitarie territoriali che perseguono, nell’ambito delle rispettive circoscrizioni, le finalità statutarie della Fnsi”.


LA RIFORMA DELLO STATUTO E DEI REGOLAMENTI USIGRAI: IL NUOVO CONGRESSO

E’ molto importante quest’ultima parte perché scardina alcune convinzioni che molti colleghi Rai e probabilmente anche alcuni protagonisti di questa vicenda nutrivano e nutrono, in modo più o meno consapevole.
La filiera sindacale operativa corretta è questa:
Associazioni territoriali di stampa, nel nostro caso, Stampa RomanaFnsi, cioè la Federazione Nazionale della Stampa. Come dice il titolo, il sindacato unitario dei giornalisti italiani federa le Associazione territorialiUsigrai
In Rai si tende a pensare che la filiera sia l’esatto contrario, dimenticando che Usigrai è gruppo di base della Fnsi e non ha personalità giuridica “esterna”. Tanto è vero che non può autonomamente andare in giudizio per i comportamenti antisindacali, non può riconoscere e registrare i cdr per assicurare ai membri le tutele previste dall’articolo 34 del contratto. 

Le carte costitutive Usigrai non valgono di per sé ma devono essere approvate dal Consiglio Nazionale della Fnsi. Quindi Usigrai è parte, certamente importante, del sistema ma non è una Repubblica autonoma, più grande del sistema sindacale stesso.
In questo senso, scrivono i probiviri Fnsi, il regolamento Usigrai va modificato per adeguarlo a quello Fnsi per evitare casi del genere “nella considerazione che sarebbe possibile amministrare una deroga in attesa di un congresso statutario

“.
I probiviri Fnsi evocano quel congresso statutario richiesto a più riprese dalla nostra componente sindacale e ancora non convocato per la incredibile e incresciosa vicenda degli ammanchi nelle casse Usigrai, buco verificatosi anche per una evidente assenza di regole, doppi controlli, verifiche analoghe a quelle previste in Fnsi e nelle Associazioni territoriali di stampa. Ma sul momento grave e confuso che vive Usigrai torneremo a breve con una nota generale.

ASSEMBLEA E DINTORNI 


A futura memoria dobbiamo però rilevare e sottolineare alcune perle della vicenda appena conclusa a iniziare dall’assemblea di ottobre 2022.
La facciamo per evitare che si ritirino fuori questi “gioielli di famiglia” in circostanze analoghe.

Un collega teorizzò la possibilità di avere una urna unica se l’articolo 2 non si candidava a cdr e di costituire una urna separata in caso di candidatura. 

Una urna a scomparsa come i colonnotti del traffico romano. Un diritto a metà o su richiesta o a la carte.
Un altro collega teorizzò la correttezza dell’operato della Commissione elettorale perchè “la vicenda è identica a quella di Latina dove il Tar ha annullato le elezioni”. Aveva ragione il collega: era identica. Peccato che il Tar intervenne PROPRIO PERCHE’ era stato effettuato lo scrutinio.
Fu votato un documento assembleare da 14 colleghi su 20 presenti che annullava le elezioni. Ricordammo alla redazione che l’assemblea non aveva poteri sul punto. I probiviri Fnsi scrivono: “Sul piano della logica sindacale va registrato che, pur non essendovi una norma specifica sul numero legale, il voto assembleare di venti giornalisti, peraltro non unanime, è particolarmente carente di rappresentatività in una redazione di centoventi giornalisti”.

La Commissione elettorale con l’urna in cassaforte sempre a maggioranza di 3 su 5 dichiarò “sciolta” la Commissione elettorale. I Probiviri chiosano in una degli otto specifici rilievi sul merito di una condotta totalmente irrituale della maggioranza della Commissione elettorale in questo modo: “Una Commissione elettorale é effettivamente e naturalmente sciolta quando l’iter delle votazione è concluso con lo spoglio delle schede, la proclamazione degli eletti, la trasmissione di copia del verbale all’Associazione regionale di Stampa (in ambito Rai, anche ai Garanti Usigrai)”. I colleghi alla fine non sono stati sanzionati per difetto di notifica, per irregolarità formale della procedura.

Il segretario Usigrai anche in Consiglio Nazionale Fnsi teorizzò che l’intervento di Stampa Romana aveva “rotto il patto federale”. Alla luce di questa decisione, caro segretario, Chi avrebbe rotto cosa? Allo stesso segretario ricordiamo che sulle regole non ci possono essere mediazioni perchè le regole sono le ragioni fondanti dello stare insieme. Se le regole diventano dubbie o interpretabili viene meno e frana la ragione fondativa di un sindacato unitario, che è tale perchè accoglie tutti avendo chiaro il quadro regolatorio.

IN BOCCA AL LUPO

A questo punto la missione è compiuta. Il cdr, compreso il fiduciario di Milano, potrà agire nel nome e per conto di 120 colleghi e non ci sarà una direttrice o un direttore senza interlocuzione pienamente legittimata con la rappresentanza sindacale. E in questi mesi non sono mancati a Raisport problemi con una ribalta nazionale.
I colleghi di tutte le altre redazioni Rai e non solo possono continuare ad avere fiducia nell’azione chiara e limpida di Stampa Romana, incluso un organo statutario di cerniera come quello dei probiviri di Stampa Romana.

NdR: l’articolo 2, oggetto del contendere, non è neanche il primo dei non eletti……..
L’articolo 2 del Tg3 da quindici anni vota con tutti gli altri colleghi in urna unica.
Abbiamo letto nei giorni scorsi con grande ilarità e divertimento la nota dei colleghi di Usigrainsieme a partire dal passaggio in cui scrivono che la responsabilità del mancato cdr non è di Usigrai ma del precedente direttivo di Stampa Romana…..Ritornando un attimo seri ci chiediamo se una tale torsione (e separazione) dalla verità sostanziale dei fatti, il terreno comune professionale e ordinistico dei giornalisti italiani, non abbia contribuito a creare questa vicenda.

L’abbiamo risolta con grande fatica a Raisport, avendo avuto fiducia nelle regole generali dell’Associazione e della Federazione. Questi comportamenti tuttavia, se continuati e ripetuti nel tempo, determinano lo stato dell’arte di questi ultimi mesi Usigrai pieni di ombre, ferite, scossoni, lacerazioni, divisioni. Torneremo sul tema.

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