Mojo Italia Festival: missione compiuta

Mission accomplished, lo possiamo dire con orgoglio: il Mojo Italia 2019 ha raggiunto pienamente i suoi obiettivi: ma che sia stato un successo assoluto non lo dicono solo i dati ufficiali delle presenze (che pure contano e tanto), dietro i numeri c’è molto di più perché durante i tre giorni del Festival i seminari organizzati hanno attirato, incuriosito e poi conquistato tutti i colleghi venuti alla Casa del Cinema (a Villa Borghese a Roma) e nella sede di Stampa Romana e al Magazzino Scipioni. 

Una partecipazione, quella dei colleghi, attiva ed attenta ad assorbire ogni aspetto delle ultime frontiere tecnologiche per l’uso del mobile phone nell’ambito della nostra professione. Io lo posso testimoniare direttamente perché ho vissuto intensamente il Festival partecipando a molti degli appuntamenti in agenda: mi ha piacevolmente sorpreso che in gran parte dei corsi i partecipanti hanno interagito con passione con gli “ insegnanti-colleghi” attraverso domande, richieste di approfondimenti tecnici e testimonianze personali tanto da rimanere incollati alle poltrone ben oltre l’orario di chiusura dei seminari.  

La mia è anche una soddisfazione personale perché posso raccontarvi di qualche amico, inizialmente molto riluttante, convinto a venire e che poi mi ha confessato di aver fatto la cosa giusta tanto da riconoscere che il Mojo Italia è ormai diventato l’appuntamento più importante nell’ambito della formazione professionale per i giornalisti: perché l’offerta è ampia, innovativa e di qualità. 

Ed è proprio questo il punto che caratterizza il Festival: offrire gratuitamente una esperienza formativa di alto livello che in giro non si trova. Bravi dunque Stampa Romana e Associazione Filmaker ad intraprendere con lungimiranza questa strada dato che l’uso dello smartphone (è inutile ignorarlo) è già il presente della nostra professione. 

E a questo proposito Mojo Italia ha saputo completare l’offerta con seminari focalizzati sull’uso dei social: cosa che molti ancora sottovalutano ma che sappiamo bene quanto sia determinate per dare visibilità e forza al lavoro che facciamo.     

Dal mio punto di vista posso aggiungere di essere molto legato al Mojo Italia perché sono tra quelli che hanno partecipato ai primissimi corsi sul mobile journalism organizzati da Stampa Romana (prima che nascesse il Festival) e ne ha seguito da vicino l’evoluzione: una scelta che mi ha arricchito professionalmente e consentito di riposizionarmi sul mercato con armi tecniche che altrimenti non avrei avuto. 

Dunque, missione compiuta per Stampa Romana e Associazione Nazionale Filmaker che insieme hanno ideato, voluto e caparbiamente realizzato questo evento. Il Festival del Mobile Journalism è ormai un punto di riferimento per tutti i mojoers italiani, una comunità da consolidare e far crescere  proprio perché ha aperto nuove frontiere e ci aiuta nella difficile opera della riqualificazione professionale, come è d’altronde negli obiettivi del nostro sindacato.

 

di Fabrizio D’Andrea

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