Minoranza Cda Inpgi: altri sei mesi di agonia dopo decisione governo

 

Sei mesi di scudo anti-commissariamento in cambio di una nuova riforma delle pensioni dei giornalisti. «L’emendamento partorito dal governo per l’Inpgi non risolve nulla e aggrava anzi la situazione dell’Ente previdenziale – scrivono i consiglieri di amministrazione di “Sos Inpgi per il futuro” e “Stampa Libera e Indipendente” Carlo Parisi, Elena Polidori e Daniela Stigliano, con i componenti del comitato amministratore dell’Inpgi 2, Ezio Ercole e Orazio Raffa -.

Il governo concede un intervento con soldi dello Stato che riconosce il ruolo pubblico dell’Inpgi, ma chiede “ulteriori misure necessarie per il riequilibrio della gestione sostitutiva” sapendo benissimo che nessun intervento è in grado di riportare in attivo i bilanci dell’Inpgi 1, che si avvia a chiudere il 2020 con un rosso di oltre 250 milioni di euro. Tantomeno l’unificazione delle due gestioni Inpgi 1 e Inpgi 2, per noi moralmente inaccettabile se finalizzata esclusivamente ad erodere il patrimonio dei colleghi più deboli per far fronte al pagamento delle pensioni della gestione principale.

Diffidiamo dunque i vertici dell’Inpgi a impegnarsi al tavolo di confronto con il governo, che riprende oggi, ad attuare qualsiasi misura senza un preventivo confronto nel Consiglio di amministrazione, che non ha mai approfondito alcun intervento né tantomeno ha preso decisioni in merito, e chiediamo la convocazione di un Consiglio generale. Per questo sosteniamo l’appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lanciato dall’Ordine dei giornalisti, per una garanzia pubblica per l’Inpgi».

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