Ordine dei giornalisti del Lazio: “Complotti” e deontologia

di Gianni Dragoni, Carlo Picozza e Pietro Suber

Pochi giorni fa è arrivata una raccomandata ai consiglieri dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, al presidente del Consiglio di disciplina e al presidente del Tribunale di Roma. La missiva anonima, firmata con la sigla SPQR (Senatus Populusque Romanus), segnala che la tesoriera dell’Ordine del Lazio, la consigliera pubblicista Manuela Biancospino, avrebbe violato il codice deontologico associando la sua professione giornalistica a forme esplicite di pubblicità commerciale, reclamizzando una linea di borse … accessori di moda. Alla raccomandata è allegato un articolo pubblicato lo scorso 10 agosto dal quotidiano “La Voce”, diretto da Francesco Rossi (figlio del vicepresidente dell’Ordine del Lazio, il consigliere pubblicista Roberto Rossi).


In particolare, nell’articolo si annuncia una rassegna di cinema cinese che verrà presentata sulla nave da crociera “Smeralda” della compagnia Costa Crociere. Come madrina della rassegna – si legge – è indicata “la nota giornalista Manuela Biancospino che in occasione di questo importante evento presenta la sua collezione di borse ispirata alla magia della natura…”.

Nella documentazione inviata dall’anonimo all’Ordine viene acclusa anche una pubblicità dell’evento, pubblicata sempre sullo stesso giornale (“La Voce”), dove, sotto il nome di Manuela Biancospino, è ben visibile la scritta “Borse & Accessori Moda”.
La raccomandata è stata indirizzata anche al presidente del Consiglio di disciplina dell’Ordine del Lazio, Vittorio Roidi, che dovrebbe attivare la particolare procedura quando è chiamato in causa un consigliere dell’Ordine della stessa regione, visto che la denuncia, anche se anonima, è sostenuta da una puntuale documentazione.


Della vicenda, si è occupato, com‘è comprensibile, anche il Consiglio dell’Ordine regionale nella sua ultima seduta, il 28 settembre 2023. La consigliera chiamata in causa, Manuela Biancospino, ha fornito la sua versione dei fatti: quanto scritto nell’articolo de “La Voce” sarebbe senza fondamento, frutto di un errore da parte dell’autore (l’articolo non è firmato) che, secondo la stessa tesoriera, sarebbe sua sorella Maria Grazia Biancoscopino.

Quest’ultima l’avrebbe citata erroneamente come “madrina” dell’evento, dimenticando di specificare che, in occasione della rassegna cinematografica sulla Costa Crociere, Manuela Biancospino avrebbe soltanto presentato il marchio di una sua futura collezione di borse. Quindi, si sarebbe trattato, sempre secondo la consigliera pubblicista, solo di un banale errore frutto, probabilmente, di una carente comunicazione tra sorelle.

Questa versione troverebbe a sostegno un “errata corrige” pubblicato sempre su “La Voce” il 28 agosto scorso. Tutto è da verificare nelle sedi competenti. Visto, però, che sarebbe messo in discussione il rispetto della deontologia professionale della consigliera tesoriera dell’Ordine che dovrebbe vigilare sul rispetto dei codici deontologici da parte dei giornalisti, durante la riunione i consiglieri di minoranza, Dragoni, Picozza e Suber hanno invitato l’intero Consiglio a riflettere su come tutelare l’onorabilità e l’immagine dell’Ordine che potrebbero essere insidiate da questa vicenda.

Da qui l’invito alla collega Manuela Biancospino a “fare un passo indietro” anche come forma di autotutela, almeno finché il Consiglio di disciplina non si pronunci sul caso. ll presidente Guido D’Ubaldo, pur riconoscendo l’ineluttabilità di un intervento del Consiglio di disciplina, ha confermato la sua “fiducia alla consigliera tesoriera Manuela Biancospino”.


Il clima in Consiglio si è scaldato dopo l’intervento di Roberto Rossi, vicepresidente dell’Ordine, capo della componente dei pubblicisti, a difesa della tesoriera: grida al complotto da parte degli “infami” autori della raccomandata, che non hanno il coraggio di firmarsi” e diffida dall’inviare la denuncia al Consiglio di disciplina, minacciando querele.

Dragoni, Picozza e Suber, quindi, dopo aver ricordato che il Consiglio dell’Ordine non può sostituirsi a quello di disciplina né, tanto meno, ai giudici, hanno spiegato che da chi è stato eletto a rappresentare i giornalisti del Lazio dovrebbe arrivare un segnale chiaro di rigore e trasparenza agli iscritti e, proprio per questo, hanno ribadito l’invito alla collega Biancospino di sospendersi dalla carica di tesoriera in attesa del pronunciamento del Consiglio di disciplina. La reazione del vicepresidente è stata veemente. Ha continuato con le sue minacce.


A nulla sono sembrati servire gli imbarazzati richiami alla calma degli stessi consiglieri professionisti di maggioranza.
Di fonte a tale stato di cose, dopo aver tollerato le ennesime offese e invettive e aver ribadito che la vicenda merita una riflessione attenta e serena da parte dell’organismo preposto, i tre consiglieri di minoranza si sono visti costretti ad abbandonare la riunione.

Ritengono, ora, importante che le colleghe e i colleghi siano informati dell’inaccettabile clima di intimidazione che condiziona l’attività del Consiglio dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, un clima reso possibile da logiche di potere che finiscono per ledere la funzionalità e la stessa autorevolezza dell’istituzione della categoria a tutela del diritto alla corretta informazione dei cittadini.

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