Risposta a chi vuole impedire il voto

ex fissa contratto

L’elezione al congresso è il momento di democrazia più importante per i giornalisti. Brutto segno quando si alzano a sproposito i toni e si monta una polemica astrusa e strumentale. Il voto resta il voto. Il fatto che sia elettronico non cambia la sua natura e le regole dello Statuto della Romana che lo regolamentano. L’elettore che ne ha titolo perché in regola con il pagamento delle quote sindacali, ha diritto di votare. Questa volta non in cabina, ma attraverso il suo computer dotato di relativa password e, se impossibilitato, al seggio allestito negli uffici di piazza della Torretta. Anche qui troverà un seggio “virtuale” che consentirà in piena trasparenza e in tempi rapidi di conoscere il risultato elettorale.

Qual è ad oggi la situazione proprio all’immediata vigila delle votazioni? Da quello che viene comunicato su 2.900 giornalisti aventi diritto al voto si ha la disponibilità di 2.300 email. Malgrado lo sforzo degli uffici mancano all’appello quelle di 630 colleghi che per Statuto non sono tenuti a comunicarla agli uffici. Questo non vuol dire che sia loro interdetto il voto. Possono nel frattempo chiamare l’Associazione, comunicare la loro email e votare da casa oppure votare al seggio, come si è sempre fatto, sabato 15 e domenica 16 dicembre. Basterà la loro presenza, un documento valido e la verifica del pagamento delle quote di iscrizione al sindacato. Per questo pare pretestuosa la richiesta di allestire seggi “tradizionali” con relativi scrutatori e costituzione dei seggi prorogando al 20 dicembre le votazioni. A rigor di logica se per quei giorni si prevede una “congestione” di lettori al seggio virtuale per un particolarmente alto flusso di votanti, la commissione elettorale potrebbe prevedere da subito l’allestimento di altre postazioni informatiche con i servizi necessari. Non dimentichiamoci che in ogni votazione c’è stato una percentuale di astenuti. E’ fisiologico.

La pongo così non per rendere banale un problema, ma per guardarlo nella sua oggettiva realtà. La soluzione non è impossibile. Basta attenersi a quanto indica lo Statuto dell’Associazione sia sulle forme di pubblicità per favorire al massimo la partecipazione dei colleghi, che sulle regole che fissa a proposito di compiti e responsabilità della commissione elettorale. Se sono inadeguate spetterà al prossimo Congresso modificarle.

Se per Stampa Romana è una novità il voto elettronico – e nella fase di avvio qualche contrattempo è sempre possibile – , la novità più forte semmai è stata l’impatto della legge sulla privacy con i suoi obblighi sulla consultazione elettorale. Ma pesante per tutti. Non solo per l’opposizione. Il supposto vantaggio che avrebbe il segretario di Stampa Romana come responsabile della tenuta degli elenchi e quindi della tutela della privacy degli iscritti, in realtà è stato piuttosto un onere di responsabilità. I tentativi di forzare le norme per seguire le procedure precedenti possono configurarsi come un’istigazione a compiere atti di rilevanza penale. Il parere ricevuto dall’Autority sulla privacy ribadisce i nuovi vincoli. I problemi innegabili posti da norme che andrebbero ripensate, hanno portato ad rivolgere attacchi inaccettabili e anche personali al segretario Pappagallo che sono sfociati in esposti al collegio dei probiviri. Questi esposti, semmai, andrebbero rigettati sui presentatori. Vedremo quale sarà il responso del collegio dei probiviri. Siamo sicuri che sia sul merito e non segnato da ragioni politiche.

Questo è il vero problema. Il tentativo di costruire ad ogni costo un “caso Roma”. Si drammatizza ogni problema cercando in ogni modo di inquinare il voto alimentando un pesante clima di tensione e di intimidazione. Il dato politico è che da Controcorrente si sono scatenate massicce campagne di fake news, di strumentalizzazioni e deformazioni della verità sulle scelte della segreteria di Stampa Romana e quindi di Informazione@futuro. E’ preoccupante quando si ha il bisogno di avere un nemico da battere per dare senso alla propria azione. E allora si manipola la realtà. Attenzione a tentare forzature delle regole statutarie per condizionare questo voto. L’aperta e costante campagna di delegittimazione da partte di Controcorrente verso chi ha la responsabilità dell’Asr può rivoltarsi come un boomerang. Ora si è arrivati a mettere in discussione la libera e serena espressione di un voto. Fa specie che questa campagna abbia trovato sponda in chi ai massimi vertici del sindacato, dovrebbe garantire tutti nel rispetto dello Statuto e del bene comune. Non gli manca certo l’esperienza e l’autorevolezza per richiamare tutti al senso di responsabilità. E’ fondamentale per guardare al bene e all’autorevolezza del sindacato. Ma è difficile se si è in campo.

I colleghi sanno giudicare. Non è che facendo più fracasso si cambiano le norme, o si intimidiscono gli altri contendenti. Si dà segno di preoccupazione, di paura per non avere i consensi che si credeva. Non si parla di contenuti ma si cerca di alzare i toni della polemica indicando a tutti il nemico da battere: Lazzaro Pappagallo. Un già visto. E’ stata l’azione prevalente dei consiglieri confluiti in Controcorrente negli ultimi due anni di consigliatura al direttivo della Romana. Polemizzare su tutto per non discutere dei problemi veri della categoria.

Peccato per loro che i colleghi delle redazioni, i free lance, i disoccupati e i precari a Roma e nel Lazio hanno avuto modo di conoscere Pappagallo e il gruppo dirigente della Romana e di apprezzarne la competenza, la dedizione e la disponibilità. Voteranno come vogliono, ma non si lasceranno abbindolare da una campagna di denigrazione ingiusta e sempre più scoperta. Anche da questo potranno giudicare la distanza tra ciò che si dice nelle piazze e nei convegni e la pratica concreta. Dispiace dirlo: arroganza e potere, piuttosto che novità e futuro. Questo è il vecchio che avanza…e anche parecchio velenoso. Non potrà costruire futuro. Peccato, perché coinvolge colleghi di valore che stimiamo e con cui sarebbe importante continuare a confrontarsi. E’ opportuno richiamare il senso di responsabilità di tutti perché il sindacato è un bene prezioso.

Quello che è certo è che il diritto al voto lo difenderemo in tutte le sedi. Intanto la risposta da dare è quella più semplice. Votare con serenità. Valutare i programmi e le persone. Scegliere. Questa è la democrazia. E vinca il migliore.

Roberto Monteforte, portavoce di Informazione@futuro

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