La Rai in questi anni sta compiendo un faticoso e irrisolto percorso di trasformazione da azienda radiotelevisiva a media company.
Il percorso trova ostacoli produttivi e politici.
Resta infatti irrisolto il tema della governance, della dipendenza dal governo di turno, della certezza delle risorse.
Questi elementi scorrono nella vita delle redazioni, in diritti non riconosciuti, in una conflittualità esasperata tra azienda e colleghi e tra colleghi e colleghi.
Alla vigilia dell’arrivo di 250 giusti contratti nelle reti deve ancora strutturarsi in modo corretto l’organizzazione redazionale.
Come Informazione@futuro per la Rai, movimento sindacale interno di rinnovamento dell’Usigrai, intendiamo agire su questi obiettivi:
- sostenere con iniziative pubbliche una riforma della governance della Rai che ne garantisca l’indipendenza dalla politica e la trasparenza nelle scelte
- Chiedere percorsi di assunzione con selezione pubblica e con verifica puntuale dello scorrimento delle graduatorie per non ripetere i “salti” del concorso 2015. Inserire i 250 colleghi con giusto contratto in una organizzazione di lavoro giornalistica in linea con la legge sulla stampa
- Ottenere dai direttori le motivazioni scritte e la tracciabilita’ degli avanzamenti di carriera e per le selezioni attraverso un job posting riformato e rispettoso del contratto, dell’integrativo e della carta dei diritti e dei doveri del giornalista pubblico, verificando attentamente nelle scelte le professionalità interne alle redazioni
- Per i trasferimenti da testata a testata e gli avanzamenti di carriera dare peso oggettivo ad anzianità aziendale e anzianità di testata, favorendo così la mobilita interna
- Sostenere con forza la capillarità dell’informazione regionale e territoriale: il vero asset che distingue la Rai da qualsiasi altra azienda editoriale. Tornare a investire sulla radio a iniziare dal segnale e dal digitale
- Impostare un lavoro giornalistico ineludibile sul web con una sola testata di informazione dedicata e le conseguente specializzazioni dai video ai siti ai social. Non possiamo essere relegati nelle retrovie dell’informazione nazionale. La partita sulla media company si gioca qui. La formazione professionale da svolgersi all’interno dell’orario di lavoro rappresenta la leva per la corretta trasformazione delle competenze.
- Recuperare spazi adeguati in prima serata nei Tg e nei Gr agli approfondimenti, alle inchieste, al lavoro sul campo degli inviati
- Rispettare le professionalità acquisite chiudendo la stagione dei demansionamenti di fatto. Riportare nelle redazioni le regole e la civiltà del confronto
- Restituire al sindacato un ruolo di mediazione e di soluzione delle controversie legali tra i colleghi e l’azienda. Attivare spazi ricreativi, culturali di assistenza e di cura come asili nido per i figli dei dipendenti come accade in molte grandi aziende private
- Evitare le esternalizzazioni anche quando colpiscono settori complementari (amministrativi, montaggio, produzione)
Il metodo sarà quello di un ascolto e confronto costante con le redazioni, i cdr, i singoli giornalisti e giornaliste.