“Piano di Emergenza Rai” – L’informazione non deve essere di uno, ma di tutti

di Francesca Altieri, portavoce Infofuturo per la Rai

 

 

 

Sabato 21 marzo ore 18. Protezione civile: “Sono 42.681 i contagiati da Coronavirus in Italia, 4.821 più di ieri. I guariti 6.072, 943 in un giorno. Le vittime sono 793 in più, totale 4.825. Ricoverati in terapia intensiva 2.857, 202 in più in 24 ore”.

Domenica 22 marzo, dai quotidiani: “Oltre 7000 medici hanno aderito al bando d’urgenza della protezione civile”. “Servono 130 milioni di mascherine al mese”… “Emergenza respiratori”

 

Nei giorni in cui contagi e vittime del virus raggiungono nuovi record e spasmodicamente si conteggia il fabbisogno di dispositivi di sicurezza e di cura, nei giorni in cui anche la solidarietà e il coraggio di medici e volontari riempie il cuore di speranza e gratitudine con dati e cifre, l’Usigrai, d’accordo con l’azienda, detta ai Direttori di Testata e a tutti noi un “Piano Editoriale per l’Emergenza”. E al punto 2 del comunicato diffuso dai Cdr leggiamo (allibiti): “…A 1 mese dal primo caso in Italia, la conta e le statistiche devono sempre di più lasciare il passo all’analisi, al contesto, alla riflessione. Anche il racconto deve cominciare a passare dall’emergenza alla gestione della crisi a medio termine.

Anche in questa ottica, è necessario riflettere sulla durata dei servizi: in questa fase, allungarla aiuta un racconto più chiaro per i cittadini, e alleggerisce un po’ il peso su redazioni e reparto tecnico…” Insomma, scrive l’Usigrai, nei Tg e nei Notiziari radiofonici lo spazio dedicato ai dati, quelli che ogni giorno milioni di cittadini attendono con ansia, va ridotto a beneficio dell’analisi (?) del racconto, delle storie. E tutti noi ci chiediamo: è un’indicazione che viene dal Governo preoccupato del fatto che il cosiddetto picco è ancora lontano, che presto dovrà prolungare sine die lo stato di emergenza, restringere ancora di più spazi e libertà di movimento? Tutti noi ci chiediamo: non dovrebbero essere i Direttori, anche in sinergia, a disporre “Piani Editoriali di emergenza” rispettando le specificità delle Testate per garantire anche in questa situazione un’informazione completa e pluralistica?

Se la pandemia impone una sorta di dittatura al fine di uniformare comportamenti per il bene e la salute di tutti noi, in un momento in cui anche il Parlamento, espressione prima di ogni democrazia, è in stand by, l’informazione proprio per questo, e soprattuttto nel servizio pubblico, deve restare libera, completa e plurale. Deve denunciare carenze e abusi. Deve dare cifre e statistiche. Deve essere autonoma e autorevole. Non deve essere di uno, ma di tutti.

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