Non lasciamo indietro chi perde il lavoro

di Silvana Aversa vicepresidente Stampa Romana e direttivo ASR 

Buonasera a tutte e tutti 

Questo è il mio secondo congresso. Quattro anni fa ho partecipato per la prima volta come delegata al Congresso di Stampa romana.

Ero stata licenziata da Sky da pochi mesi. Davanti a me L’IGNOTO dal punto di vista lavorativo. Dal punto di vista sindacale, invece, sono stata accolta da Lazzaro Pappagallo e dalle colleghe e colleghi di Infofuturo che per me in questi anni sono stati e continuano ad essere una FAMIGLIA. Ma cosa è successo in questi quattro anni in cui ho toccato con mano la deriva in cui è sprofondata la nostra professione?

Provo brevemente a raccontarvelo. 

Venivo da una situazione – diciamo così – PRIVILEGIATA. Un bel lavoro. Contratto a tempo indeterminato E TUTTE QUELLE GARANZIE ASSICURATE AI CONTRATTUALIZZATI. 

SUL MIO PERCORSO SI SONO MATERIALIZZATE LA disoccupazione, LA precarietà, I concorsi, GLI annunci, LA ricerca di un lavoro che diventa più difficile e svantaggioso, se non addirittura impossibile da trovare, quando sei donna e hai superato i 50. 

L’ETA’. L’ETA’. Un fattore discriminante PER donne e per uomini. Noi tutti dovremmo impegnarci di più a scardinare luoghi comuni e lavorare su proposte per dare dignità, ascolto, e anche qualche possibilità CONCRETA a chi in questa fascia di età perde il lavoro. E SI RITROVA DISPERATO, SOLO e SEMPRE PIU’ spesso SENZA alternative se non il muro dell’indifferenza. NON LASCIAMO INDIETRO CHI IL LAVORO LO PERDE. Mi ha colpito l’intervento di Anna Maria Caresta al Congresso Nazionale di Riccione in cui raccontava che PROPRIO dopo aver perso il lavoro era stata chiamata in Rai grazie al sindacato, alle liste di disoccupazione che facevano incontrare domanda e offerta di lavoro. Sarebbe bello STUDIARE insieme UN’INIZIATIVA con la stessa finalità anche a Stampa Romana. 

I GIOVANI SONO IL FUTURO. Siamo d’accordo. MA NON possiamo non occuparci di chi esce da una redazione e sa che non ci ritornerà più.

In questi quattro anni ho avuto la fortuna di vivere il sindacato in maniera attiva, i suoi organismi, i suoi meccanismi, le sue regole.

Come sapete ho ricoperto l’incarico di vicepresidente della Stampa Romana. Per me un onore svolgere questo compito con grande responsabilità e impegno nei confronti delle colleghe e dei colleghi. 

SONO STATI ANNI DIFFICILI, IMPEGNATIVI. ANNI segnati dalla pandemia, anni IN CUI ABBIAMO assistito ad un ulteriore impoverimento della NOSTRA professione.

E sono davvero orgogliosa di aver contribuito insieme a tutta la Presidenza e la Segreteria di ASR alla creazione di un fondo di solidarietà, CHE HA elargito un bonus Covid a sostegno dei lavoratori che hanno perso opportunità, commesse e reddito COME GLI autonomi e GLI esodati. 

Abbiamo dato UN SEGNALE, abbiamo dato UNA RISPOSTA. Chi ha bussato alla porta di stampa romana sapeva di trovare sempre qualcuno dalla sua parte. QUATTRO TRANCHE di aiuti di cui oltre 150 colleghe e colleghi hanno potuto beneficiare.

L’ultimo anno è stato segnato e PURTROPPO lo è tuttora dalla guerra in Ucraina. L’Ufficio di Presidenza si è fatto promotore dell’iniziativa a favore dei profughi ucraini. UN DOVEROSO GRAZIE va alle colleghe e ai colleghi PENSIONATI CHE HANNO STACCATO UN GENEROSO ASSEGNO A FAVORE DELLA CAUSA.

Vorrei dire che in Ufficio di Presidenza in questi anni c’è stato un corretto confronto a volte vivace ma sempre caratterizzato dal rispetto delle diversità identitarie delle componenti volto a garantire lo Statuto. 

Ringrazio la Presidente Federica Frangi, i colleghi vicepresidenti Emilio Albertario, Rodolfo Martinelli Carraresi, Omar Reda e Fabrizio D’Andrea. 

In questi quattro anni ho ricoperto per alcuni mesi anche l’incarico di Presidente della Commissione Pari Opportunità.

Dopo le dimissioni di Paola Zanca avevo accettato di coordinare i lavori della Cpo con l’intenzione di dare il mio contributo alle funzioni dell’organismo affinché fosse promotore di una attenta e costante difesa delle prerogative professionali e personali di tutte le colleghe che nel sindacato e fuori svolgono la nostra professione. 

Partecipazione, collaborazione attiva e creativa per sviluppare iniziative e progetti sulla nostra condizione, lotta alle discriminazioni, agli stereotipi, ai pregiudizi, Contrasto al linguaggio sessista, lavoro e precariato: erano queste le strade maestre che avrei voluto percorrere.

Una visione la mia in cui puntavo alla partecipazione di tutte le componenti della commissione senza che venisse imposta alcuna egemonia di parte e senza alcuna preclusione alle opinioni differenti. 

Questo mio proposito si è rivelato non attuabile a causa di una “PARADOSSALE ATMOSFERA” che si è instaurata all’interno della commissione. 

La parità, la lotta alla violenza di genere in tutte le sue declinazioni, la difesa del posto di lavoro, avremmo dovuto lavorare su questo!

La decisione mi è costata cara, MA HO PREFERITO fare UN PASSO INDIETRO E MI SONO DIMESSA proprio perché la Commissione non poteva essere un luogo di scontro personale e politico. 

Spero che IN FUTURO si possa costituire una Commissione Pari Opportunità in un clima sereno e più attento alla funzione che la Commissione deve poter svolgere con l’apporto collaborativo di tutte le componenti del sindacato; ANCHE con l’inserimento di nuove energie, Anche e soprattutto di GIOVANI COLLEGHE che hanno voglia e passione di mettersi in gioco e muovere i primi passi nel sindacato

La parità di genere e non solo non può avere partigianeria. Non può essere esclusiva di QUESTA O DI QUELL’ALTRA CORRENTE. Il sindacato è di tutti. E’ di tutti noi. 

Siamo chiamati ad aiutare colleghe e colleghi e ad essere in prima fila A FIANCO DEI PIU’ DEBOLI. 

Il nostro obiettivo deve essere fare squadra. 

Apertura confronto dialogo siano le nostre COMPAGNE DI VIAGGIO, il NOSTRO agire. 

GARANTIRE a colleghe e colleghi un porto sicuro dove approdare nei momenti più difficili.Un caloroso grazie va a Lazzaro Pappagallo. Grazie Lazzaro perché hai creduto in me. Grazie dell’opportunità che mi hai dato. Auguri al prossimo Segretario. Grazie a tutte e tutti

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