Il richiamo di Mattarella: un messaggio chiaro per la libertà di espressione

di Antonio Moscatello portavoce Infofuturo

l richiamo del Presidente della Repubblica all’utilizzo della moderazione e del buon senso nella gestione del dissenso da parte di chi ha la responsabilità di garantire il sicuro svolgimento delle manifestazioni ha avuto l’eco che meritava.

Il Capo dello Stato ha detto che il manganello non è misura dell’autorevolezza e il suo utilizzo contro i giovani, come è accaduto nei giorni scorsi, indica un fallimento.

L’intervento di Mattarella è parso opportuno, improntato alla tradizionale correttezza istituzionale del Quirinale, ma nello stesso tempo chiaro e insolitamente diretto. Segno che il Presidente ha percepito la criticità del momento e ha sentito la necessità di ricordare che non esistono scorciatoie: la democrazia si nutre di dibattito, di confronto tra idee diverse, e si basa sulla libertà di esprimere le opinioni in maniera pacifica e aperta. Nel suo ruolo di custode della Costituzione, il Capo dello Stato non poteva non ricordare a chi ha le redini del Paese che esistono regole, limiti e responsabilità

La politica avrà compreso il valore profondo di questo messaggio? Le primissime reazioni all’intervento di Mattarella non sono particolarmente incoraggianti. Ma il Presidente ci ha abituato al fatto che la sua azione è paziente, in grado di dispiegare i suoi effetti nel tempo. E per misurare il grado di attenzione al messaggio del Presidente da parte delle istituzioni politiche dovremo osservare i fatti, gli atti, il giornaliero dispiegarsi degli eventi.

L’informazione è il luogo in cui il dibattito, il confronto tra le idee, prende corpo. In un Paese libero, l’informazione è libera. E non dobbiamo nasconderci il fatto che in Italia l’informazione è sempre meno libera. Un colpo particolarmente duro alla libertà d’informazione rischia di venire dall’emendamento Costa, la nuova Legge-bavaglio. Dal mondo del giornalismo è venuto al Presidente l’appello a non firmare la norma già licenziata dal Parlamento. Ci associamo certamente alla richiesta, sapendo che le decisioni del Capo dello Stato sono sempre basate su saggezza e consapevolezza dell’alto mandato che la Costituzione gli assegna. E il Presidente Mattarella ha già dimostrato in passato attenzione alle esigenze del nostro mondo. Il suo intervento è stato decisivo nella salvezza delle pensioni dei giornalisti italiani aprendo la strada della garanzia pubblica con il passaggio all’INPS.

In ogni caso, le minacce alla libertà d’informazione sono molteplici e vanno ben oltre la semplice legge-bavaglio. La politica, la società, l’opinione pubblica devono interrogarsi sul valore che la libertà d’informazione e di espressione del pensiero riveste per la democrazia. Ricordando che la Costituzione pone una cornice ben precisa nel suo Articolo 21. Che deve essere un punto di partenza, non un’utopia.

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