Meglio fermi che germi

di Cristiano Fantauzzi, Adnkronos

 

 

Vuoi girare il mondo? Fai il giornalista. Da un po’ non era proprio così, ok, però fa comunque uno strano effetto, lo smart working.
Da casa, se non ci fosse l’emergenza, potrebbe facilmente declassarsi a lazy working, un lavoro non agile bensì anchilosato dallo star fermi.
Ma meglio fermi che germi, ovvio.
Quindi, attrezziamoci, connettiamoci: lontani, ma come se fossimo in loco.

Anche la Cina, in fondo, altro che dietro l’angolo, ce l’abbiamo più che vicina, nostro e loro malgrado.
All’opposto, in nostri cari, magari a due isolati (nome omen) più in là, li vediamo sul display, via chat, in tempo reale sì, eppure: quanto fa ‘Interstellar’. È quanto fa ‘Alien’, il primo, tutto questo tendere l’orecchio al silenzio la’ fuori, aguzzare la vista rispetto al prossimo che in fila sconfina di un centimetro dalla distanza di sicurezza.
Nello spazio, nello spazio della rete, questo virus ci ha cacciati. Temevamo il Millennium bug, 20 anni fa: si vede che ha fatto il salto di specie, è passato dal cibernetico all’umano.

E si è impossessato del mio mondo per relegare me on line. Alla fine il risultato è uno: separare, chiudere, tenere lontani.
Un risultato del primo tempo, son sicuro, un ‘parziale’, come si dice nel gergo di quel gioco del pallone sospeso per impraticabilità dell’Italia.
Poi, Roma città aperta non sarà più neo realismo, ma realtà nuova.

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