di SOS Inpgi
I “comunicatori” sono spariti dal tavolo di confronto tra Inpgi e governo. Ma comunque, secondo i calcoli del ministero del Lavoro, i loro contributi ‘pesano’ poco più di cinquantina di milioni di euro l’anno. Dove trovare, allora, gli altri 200 milioni l’anno (almeno) che servono per rendere sostenibili i conti dell’Inpgi? “La “ricetta” del governo – scrivono i consiglieri di amministrazione di “Sos Inpgi per il futuro” e “Stampa Libera e Indipendente” Carlo Parisi, Elena Polidori e Daniela Stigliano, con i componenti del comitato amministratore dell’Inpgi 2, Ezio Ercole e Orazio Raffa – è solo una, chiedere al Cda di mettere le mani nelle tasche dei colleghi sulla base di cinque interventi: retrodatazione del sistema contributivo per i giornalisti dipendenti; revisione delle pensioni di anzianità; nuovo contributo di solidarietà per le pensioni in essere; riduzione dei costi di struttura; unificazione delle due gestioni Inpgi 1 e Inpgi 2, per noi moralmente inaccettabile se finalizzata esclusivamente ad erodere il patrimonio dei colleghi più deboli per far fronte al pagamento delle pensioni della gestione principale. Misure che – comunque – tutte insieme ammonterebbero a meno di 100 milioni di euro.