OdG: Riforma e dignità ha vinto. Ma il giro di boa e’ a rischio

UN GIRO DI BOA
Servirebbe un giro di boa nel governo dell’Ordine dei giornalisti del Lazio. Occorrerebbe il cambiamento chiesto dai colleghi che hanno appena votato assegnando alla Lista civica Riforma & Dignità i consensi maggiori e al suo candidato presidente, Carlo Picozza, la messe più consistente di voti (738), 102 in più di quelli ottenuti da Guido D’Ubaldo (636) che capeggiava la lista sostenuta da Controcorrente. E anche gli altri due eletti di Riforma & Dignità hanno sopravanzato ampiamente i candidati eletti dell’altro schieramento. Per non dire di un altro candidato nostro che, con gli stessi voti di una sua competitor, è stato escluso per la regola che premia l’anzianità di iscrizione all’albo.
Il messaggio arrivato dai colleghi, insomma, è chiaro. In democrazia chi vince governa sulla base del programma premiato dal voto.
Sarà così? O prevarranno le vecchie logiche di potere con alleanze e accordi tesi a disattendere anche questa volta gli orientamenti che i giornalisti del Lazio hanno espresso con il loro voto?
Sarebbe un’altra occasione persa oltre che una beffa per i nostri colleghi.


OBIETTIVI E ALLEANZE
L’orientamento uscito dalle urne è chiaro: va nella direzione della solidarietà e del recupero di capacità nell’affrontare i nodi di una professione profondamente mutata in questi anni. Una sfida che, nell’interesse di tutti, richiede la fissazione di mete, di obiettivi che non possono essere sacrificati sull’altare di alleanze a difesa di interessi particolari.
È la sfida che chiedono di accettare i colleghi che hanno espresso la loro preferenza a Carlo Picozza e al programma della lista civica Riforma & Dignità.
LA SFIDA DEI PROGRAMMI
Dovrebbe essere una sfida sui programmi, allora, non sul piccolo cabotaggio di accordi al ribasso, non sulla rinuncia degli obiettivi a vantaggio del mero accaparramento delle poltrone.
Quindi, si parta da qui, dal confronto sul merito degli indirizzi dei programmi. Non da accordi meramente spartitori. È quanto chiedono i colleghi. È quanto esige la crisi occupazionale profonda che attraversa il mercato editoriale.


PRIMO, SBUROCRATIZZARE
Si parta da qui. Per esempio, dalle tante difficoltà incontrate nel voto dai giornalisti del Lazio, ostacoli al loro diritto a partecipare alla vita dell’Ordine, per esempio. Dovrebbero essere queste difficolta a imporre un cambiamento di regolamenti e meccanismi e a spingere verso l’avvio di un processo di sburocratizzazione dell’Ordine.


TRASPARENZA
Andrebbe realizzata una comunicazione verso gli iscritti che superi silenzi e opacità. Che non si limiti a un rapporto burocratico. Il sito online dell’Ordine del Lazio dovrebbe assicurare un flusso costante di informazioni sulla propria attività, sul dettaglio dei conti, sui compensi ai vertici, sulle scelte di indirizzo.


RIFORMA E DIGNITÀ
Inoltre va rivisto l’accesso alla professione assumendosi responsabilità precise sul cambiamento dei criteri alla base del “diventare giornalisti”, mentre andrebbe finalmente realizzata la “pulizia” dell’albo degli iscritti, pubblicisti e professionisti, tante volte annunciata e sempre disattesa.
L’Ordine regionale dovrebbe misurarsi con la precarietà di tanti colleghi, in particolare, giovani e freelance. Tutelarne la dignità significa non solo far valere i loro diritti ma difenderne l’autonomia per un’informazione libera, corretta e completa. In concreto, attraverso il coordinamento con gli altri istituti e organismi della categoria, sarebbe necessaria un’azione di contrasto al lavoro nero e a quello sottopagato, attivando e garantendo l’attuazione dell’equo compenso.


SOLIDARIETÀ
L’Ordine, di fronte alla crisi devastante in atto nel settore dei mass media, non può essere spettatore inerte. Dovrà farsi carico di misure concrete verso i colleghi più provati, gli inoccupati indigenti, con l’istituzione di uno sportello amico per l’ascolto e il sostegno, con la riduzione della quota annuale di iscrizione.
Ai freelance, ai meno tutelati, andrebbero offerti il patrocinio gratuito e una card per l’assicurazione cumulativa contro le intimidazioni giudiziarie.


IL VOTO NON VA DISATTESO
Sull’impegno concreto per il programma da attuare al servizio dei colleghi, non si tradiscano le speranze affidateci con il voto. Cambiamento vuol dire responsabilità verso la categoria. La strada maestra non può che essere questa.. Impegniamoci tutti affinché l’Ordine sia davvero un presidio per la buona informazione con gli strumenti adeguati per agire a tutela della dignità e dell’autonomia dei colleghi. Questa è un’occasione che non va sprecata. Potrebbe essere l’ultima. Altrimenti, vogliamo dirlo con chiarezza a tutti, eserciteremo un’opposizione ferma e vigile, nell’interesse dell’intera categoria.

Carlo Picozza, Gianni Dragoni, Pietro Suber
(consiglieri eletti con RIFORMA & DIGNITÀ)

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