Testate Gedi del Nord Est in vendita. Finegil non c’è più

Tanto tuonò che piovve.

Le preoccupazioni sul futuro delle testate del Nord Est ex Finegil, espresse da tutti i giornalisti del gruppo GNN con uno sciopero condiviso il 17 febbraio scorso, sono state confermate ieri pomeriggio dagli amministratori di GEDI, il più grande gruppo editoriale italiano: banca Finint , nelle vesti di promotore e sottoscrittore diretto, ha presentato un’offerta finalizzata all’acquisto del il Corriere delle Alpi, il Mattino di Padova, il Messaggero Veneto, la Nuova di Venezia e Mestre, Il Piccolo, la Tribuna di Treviso e Nordest Economia.

Occorrerà più di quanto fatto finora vigilare sulle scelte del possibile nuovo acquirente affinchè il patrimonio occupazionale venga preservato e con esso il tesoro informativo e culturale in dote alle testate locali.

La vendita s’inserisce nella clamorosa ritirata del Gruppo Gedi dal settore dell’informazione.

Sono passati pochi anni da quando l’allora Gruppo Espresso Repubblica era un potente network di quotidiani e periodici che abbracciava tutta la penisola. Poi è arrivato il Gruppo Gedi, ma nessuno poteva pensare che quello che era il maggior gruppo editoriale italiano venisse smantellato con tanta rapidità. La Città di Salerno, La Nuova Sardegna, le Gazzette di Modena e Reggio, la Nuova Ferrara, persino L’Espresso…

Un patrimonio storico dell’editoria italiana è stato liquidato senza andare troppo per il sottile riguardo agli acquirenti. Pecunia non olet, si è sempre detto.

Ora tocca ai quotidiani del Nordest.

Ma pare che nessuno sia intoccabile, anzi, invendibile.

Non nascondiamo le preoccupazioni per voci di disimpegno che coinvolgerebbero addirittura Repubblica – oltre a Gazzetta di Mantova e Secolo XIX – con la eccezione della Stampa gioiello di famiglia degli Elkann.

Noi siamo costretti ormai a occuparci di chi verrà.

Siamo consapevoli che se un privato decide di vendere un’azienda nessuno glielo può impedire.

Ma i giornali non sono una “merce” come tutte le altre. Hanno a che fare con la democrazia, con la libertà di informazione, con il pluralismo, con la Costituzione, con tante altre cose.

Siamo certi, o almeno vogliamo sperare, che ne siano consapevoli – e agiranno di conseguenza – i prossimi proprietari dei nostri giornali sul cui assetto vigileremo per gli interessi informativi di un territorio snodo di interessi socio economici fondamentali per il nostro paese (Generali e il suo controllo ne è solo un esempio evidente ma non è il solo).

Noi dirigenti di “Uniti per il lavoro e per i dirittti” siamo e saremo al fianco dei colleghi e soprattutto siamo disposti a condividere percorsi che non snaturino il cuore dell’attività delle testate del Nord Est, che pur nelle diverse declinazioni editoriali, deve rimanere l’informazione al servizio esclusivo dei lettori e della democrazia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *