Ammanchi USIGRAI: la mancata chiarezza danno per gli iscritti

Cavallo Rai mazzini

Di Lazzaro Pappagallo – Giunta Fnsi


80/100 mila euro sottratti alle casse Usigrai durante il triennio 2020/2022. 

In linea di massima è questo l’oggetto delle nostre riflessioni.

Dopo la doverosa denuncia in procura contestuale ai reportage che svelavano il buco (e sarebbe interessante sapere se prima della denuncia i vertici Usigrai siano stati cercati sul tema dal collega del Fatto quotidiano Alessandro Mantovani per il suo articolo) lo sconcerto e la sorpresa si sono accoppiati ad una condizione di sospeso stupore di fronte alla mancanza di informazioni.

La linea scelta sindacalmente dai vertici dell’Usigrai è stata: “Non vi diciamo niente finché la magistratura non chiude le indagini e non accerta reato e responsabilità”.

Lo stato di sospensione e di assenza di notizie più o meno circostanziate quindi dipenderà dall’esito della inchiesta della Procura di Roma. In sostanza le informazioni sono affidate ai magistrati.

Questa linea è stata ribadita in giunta Fnsi e nelle assemblee di redazione del Tg2 e del Tg3.

Ci chiediamo da semplici cronisti se il segreto istruttorio sia un velo necessario per chi indaga ma anche se lo sia per chi denuncia. Per quest’ultimo anzi potrebbe essere opportuno, rispettando la presunzione di non colpevolezza, fornire tutte le informazioni possibili per ricostruire la vicenda degli ammanchi.

Ma la questione non può essere demandata ai giudici nei tempi e nei modi della giustizia. La questione è e resta prevalentemente sindacale , riguarda l’affidamento delle quote Usigrai da parte di un migliaio di giornalisti e la loro gestione per usi propri e specifici tipici di una organizzazione che tutela e rappresenta i lavoratori.

Certamente già ora possiamo sostenere proprio alla luce della denuncia che i controlli non ci sono stati, che il buco si è potuto verificare perché c’era e c’è una terra di nessuno nella quale agire e colpire. 

A confermarci su questa strada un comunicato dell’esecutivo che riportiamo.

La lettura è paradossale e, se possibile, aumenta la confusione.

L’esecutivo all’unanimità cerca (punto 1) revisori dei conti per “verificare l’entità dell’ammanco denunciato alla magistratura”.

Sono evidenti due questioni.

La prima  molto terra terra ma sulla quale sarebbe opportuno avere chiarimenti. Se i revisori devono accertare l’ammanco ci sono dubbi e incertezze sul fatto che gli episodi denunciati non siano esaustivi del buco? Ce ne possono essere altri? Sempre nello stesso arco temporale? Più risalenti nel tempo? È solo una verifica interna di quanto già denunciato? Ma se fosse così per quale ragione si giustificherebbe un passaggio del genere se cioè tutte le carte sono state portate in procura come affermato ripetutamente con riscontri oggettivi?

Al di là di questo chiarimento doveroso c’è un tema più generale che ci appassiona molto da dirigenti sindacali.

Se si cercano revisori evidentemente questo organo non è previsto dallo Statuto. Ed è una delle ragioni del buco. 

Non c’era in sostanza chi controllava a valle. 

Ma la creazione di un organo non può essere affidata ad una decisione semplice dell’attuale esecutivo come se fosse un atto gestionale qualsiasi. 

Proprio perché sono organi “necessari” devono essere eletti dal Congresso e, per farlo, va riformato lo Statuto Usigrai da un Congresso statutario.

Organi analoghi sono previsti negli Statuti delle Associazioni territoriali di stampa e nella Federazione Nazionale della Stampa.

https://stamparomana.it/2023/05/25/ammanchi-usigrai-stampa-romana-chiede-chiarezza/

Ha ragione Stampa Romana a chiedere un congresso statutario proprio perché SOLO IN QUELLA SEDE puoi riformare un sistema che oggi con esiti clamorosi non ha funzionato.

La norma ordinaria affida la costituzione dei revisori alla volontà politico sindacale di turno che può decidere di accendere la lampadina ma anche di tenerla spenta. Agli Statuti invece si inchinano tutti: segretari, maggioranze e minoranze

È pertanto fondamentale uscire sia dalla gabbia mentale e sindacale  autoimposta del “segreto istruttorio” sia dalle scorciatoie  che non affrontano il tema della assenza delle regole (inclusa la presentazione costante e diffusa del bilancio) che ha permesso uno squarcio del genere nella vita dell’Usigrai.

È una partita di sostanza e immagine sindacale sulla quale il cambio di rotta deve essere netto. Gli interventi nelle assemblee sono stati chiari e non può essere sottovalutata la disillusione e, a tratti, l’indignazione che circola tra le colleghe e i colleghi dell’azienda.


IL COMUNICATO USIGRAI


  1.   individuare, acquisendo almeno tre curricula e preventivi, un revisore dei conti (o una società con le medesime finalità), per certificare i bilanci e rendiconti redatti dagli organismi, secondo le forme previste dallo statuto, e di verificare l’entità dell’ammanco
  2. denunciato alla magistratura.
  3.   chiedere ai Garanti di individuare le forme idonee per dare massima pubblicità agli iscritti e a tutti i soggetti titolati, dei dati relativi a rendiconti, bilanci e deleghe, nel rispetto dello statuto e del regolamento.
  4.   chiedere ai Garanti di individuare, acquisendo preventivi presso un consulente del lavoro, la forma contrattuale più adatta per l’assunzione di un impiegato/a con funzioni contabili e organizzative.

ESECUTIVO USIGRAI

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