Compensi vertici Casagit, decisioni finali dopo l’estate ma gli aumenti restano dietro l’angolo

Raffaella Ammirati, Carla Manzocchi – Insieme per Casagit

Spendere bene i soldi della Casagit, con sobrietà e oculatezza, probabilmente non è stato mai così importante, a fronte della crisi che la professione sta attraversando. E le quasi mille firme raccolte per invitare il Cda a non aumentare gli emolumenti per le cariche social, dimostrano che non siamo le sole a pensarlo. Una non piccola consolazione visto che, al momento, non sembra ci siano forti segnali di ascolto ai vertici. Ma siamo testarde.
Il consiglio di amministrazione di Casagit Salute, riunito il 20 luglio, ha preso alcune decisioni e rinviato altre a dopo l’estate. Per il presidente Gianfranco Giuliani l’indennità lorda annua ammonta a 60mila euro. Che arriva, complessivamente, a 107mila euro circa se andrà, come andrà, in aspettativa non retribuita. Per i due vicepresidenti al momento la spesa si mantiene sui 15mila lordi per ciascuno. Per ora: perché a settembre il Cda delibererà sull’aspettativa anche per il vicepresidente vicario.

E l’indennità lieviterà a 79mila euro circa. Cifre su cui hanno espresso dubbi anche i revisori dei conti e, visti i loro rilievi, su questo potrebbe essere richiesto il parere dell’Assemblea. È una strada sbagliata, una scelta grave che rischia di pesare sulla solidità finanziaria della nostra mutua. Continueremo a dirlo, a informare e a chiedere trasparenza su come vengono spesi i nostri soldi.

Anche se la minoranza, a differenza di quanto ci si aspettava in una logica democratica, è stata esclusa da qualsiasi carica nel comitato di gestione di Fondazione Casagit e da Casagit Servizi (la srl controllata al 100% dalla Fondazione, che gestisce il Poliambulatorio di Roma): i 5 consiglieri di amministrazione di Fondazione Casagit saranno tutti espressione della maggioranza. Una decisione discutibile, di cui ci piacerebbe conoscere le ragioni (la minoranza esprime 35 delegati su 80). E che speriamo, sempre per amore di democrazia, non sia dettata dal ‘fastidio’ per l’iniziativa della raccolta delle firme tra i soci contro la crescita ingiustificata di costi. Spese a cui si aggiungono i compensi per Fondazione e Casagit servizi, incarichi svolti in precedenza a titolo gratuito.


Il quadro finale, se l’appello alla sobrietà che continuiamo sostenere a gran voce non sarà ascoltato, sarà quello di avere un presidente e un vicepresidente vicario in aspettativa a cui andranno, considerati rimborsi e varie, oltre 200 mila euro l’anno. Eppure non solo non ci possiamo permettere due dirigenti in distacco ma non c’è alcun incarico aggiuntivo che giustifichi questa doppia aspettativa. Infine un dettaglio che vale la pena evidenziare: l’altra vicepresidente, una donna, percepirà circa 15mila euro. Qualche domanda anche sulle questioni di genere all’interno della rappresentaza dovremmo cominciare a farcela. Ma questo è un altro capitolo. Forse.

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